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cosimo fanzago

giovedi 16 giugno 2011 - ore 18,30

Le Immagini della PREMIAZIONE

Rassegna Stampa


PREMIO INTERNAZIONALE
COSIMO FANZAGO

"UN CHIODO PER IL RECUPERO"

X EDIZIONE

Galleria di Palazzo Zevallos NA

Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
sede museale di Intesa San Paolo

Via Toledo, 185 - Napoli

Palazzo Zevallos

Nella edizione 2011 il Premio è stato assegnato a:

francescoRosi FRANCESCO ROSI
regista
massimo rosi catalano

Francesco Rosi nasce a Napoli nel 1922. Suo padre era un grande appassionato di cinema e fotografia ed era anche un bravissimo caricaturista. A Francesco trasmise la passione per l’arte ma anche la sensibilità per la vita, in quanto era forte, in lui, il ricordo della prima guerra mondiale del 1915/18. Da piccolo, il giovane Rosi, rimane fortemente attratto dal film “Il Monello” di Charlie Chaplin, poiché il padre lo accompagnava spesso al cinema. Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Napoli si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, per fare un piacere al padre, poiché Francesco avrebbe preferito frequentare il centro sperimentale di cinematografia. Durante la seconda guerra mondiale trascorre molto tempo nei pressi di Firenze, nascondendosi nella campagna toscana, per non farsi acciuffare dai nazisti, in quanto Rosi si era attivamente schierato contro l’occupazione tedesca. Nella seconda metà degli anni quaranta, in pieno clima neorealista, riesce a realizzare il suo sogno: inizia a lavorare nel mondo del cinema facendo dei piccoli ruoli come attore, poi aiuto regista e assistente di doppiaggio. Luchino Visconti fu il suo grande maestro, portandolo sul set del film “La terra trema” (1947) dove, senza attori professionisti e senza una sceneggiatura scritta fu realizzato il riadattamento cinematografico dei “I Malavoglia” di Giovanni Verga. In seguito Rosi iniziò a lavorare anche con Sergio Amidi e Suso Cecchi D’Amico, che gli insegnarono l’arte della scrittura cinematografica. Poi, ancora una volta, fu Visconti ad aprirgli la strada con “Bellissima” film con la Magnani, dove Rosi occupò il posto di regista, lasciato libero dallo stesso Visconti che era in aperto contrasto con il personale artistico. Dopo tutte queste esperienze, nel 1958, Francesco Rosi debutta ufficialmente come autore con il suo primo lungometraggio dal titolo “La sfida” che ottiene anche il Leone d’argento al Festival di Venezia. Il film parla della sua città, Napoli, e dei problemi legati alla camorra. Rosi fece tesoro dei suoi trascorsi, per riportare all’interno delle sue opere testimonianze forti, del momento storico che stava vivendo. Con lui si ha il proseguimento del pensiero neorealista del secondo dopo guerra.Rosi successivamente, nel 1959, con “I Magliari” continua a sperimentare il suo stile fortemente documentaristico, girando per le strade di Napoli con attori non professionisti, ad eccezione di Sordi e Belinda Lee. Nel 1961 il suo primo grande successo di pubblico con il film “Salvatore Giuliano”, e pur attirando molte perplessità da parte della classe politica, riceve l’orso d’argento al festival di Berlino. Il film ha il grande merito di aver approfondito per la prima volta il rapporto tra stato e mafia. “La mafia è un problema che esiste, la mafia è un altro stato, è uno stato nello stato”. Queste le parole del regista durante una sua riflessione. Con “Le mani sulla città” girato sempre a Napoli, Rosi tocca il problema dell’urbanizzazione selvaggia e della speculazione privata, e vince il Leone d’oro a Venezia, anticipando tangentopoli di 30 anni. Rosi riesce a creare delle opere che vanno al di là del tempo, rendendo universali dei concetti solo apparentemente circoscritti in un determinato luogo e tempo. Le sue opere da ricordare, in questo periodo sono: “Uomini contro”, “Il caso Mattei” e “C’era una volta” del 1967 con la grande Sofia Loren. "Lucky Luciano" (1974) è di nuovo ambientato a Napoli e in Sicilia, e il tema predominante è di nuovo la mafia. Rosi ha raccontato i suoi film come se fossero delle inchieste, ma ha sempre lasciato lo spettatore libero di pensare la propria realtà. “Cadaveri eccellenti” del 1976 viene girato in tutto il Sud, da Napoli alla Puglia fino ad arrivare a Palermo, dando una immagine dell’Italia metafisica ed astratta. In Lucania gira ”Cristo si è fermato ad Eboli”, “il film è stato una avventura” dice Rosi. Con “Tre fratelli” del 1981 e “Carmen” del 1984 continua a girare in Lucania e in Puglia. In “Dimenticare Palermo” del 1990, girato tra Palermo e New York, Rosi tocca l’argomento molto forte della droga, sottolineando la mancanza di prevenzione e informazione. Per il regista i film hanno il dovere di affrontare questi problemi. “La tregua” del 1996, tratto dal libro di Primo Levi, parla della atrocità dell’olocausto, girato interamente nei pressi di Torino. Cinquanta anni di attività con l’attenzione rivolta alle storie vere. Il cinema è un sogno e Rosi lo ha saputo interpretare mischiando sapientemente elementi sociali e politici con la sua creatività e fantasia.
LETTROSI

Una vita dedicata al cinema, un mito del cinema mondiale. Persino superfluo e comunque impossibile da sintetizzare, il ricordo della sua strepitosa carriera. Basterà dire che, tra gli altri, ha diretto star del calibro di Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Gianmaria Volontè, Rod Stiger, Philippe Noiret, Rupert Everett e Irene Papas. E tuttavia è riuscito a sfuggire ai riti dello star system non prestandosi ad etichette e classificazioni. Cinquanta anni di attività senza mai aver dimenticato la sua città natale, che anzi è stata subito ed a lungo oggetto delle sue acute osservazioni artistiche, e quindi nell’obiettivo della sua macchina da presa. Perché, come è noto, ha sempre creduto nella funzione del cinema come denuncia e come testimonianza. Ed i suoi film – come dice il suo amico Raffaele La Capria - per i loro contenuti e per la loro forma ci danno con potenza e stringatezza, rara nel nostro cinema, una rappresentazione non contingente di quello smarrimento tragico da cui la coscienza civile degli italiani si è sentita afferrare, ma allo stesso tempo in essi si sente sempre la volontà ostinata e la lucida determinazione di superarlo.
Infine, è giusto ricordare che ben altri riconoscimenti ha ricevuto nel corso del suo straordinario percorso, diremo solo del Leone d’Oro al Festival di Venezia nel 1963 (per il celeberrimo “Mani sulla città”), dell’Orso d'oro alla carriera al festival di Berlino nel 2008, e delle onorificenze come la Legione d’onore nel 2009, il titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana  nel 1995, e quello di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 1987. Un orgoglio per noi napoletani annoverarlo tra i figli di questa grande e martoriata città.

Giuseppe Castagna

GIUSEPPE CASTAGNA
Direttore Generale Banco di Napoli


Giuseppe Castagna nasce a Napoli il 21 febbraio 1959, studia al Liceo Umberto e si laurea con lode in Giurisprudenza (indirizzo internazionale) presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli.
La sua esperienza lavorativa inizia presso la Banca Commerciale Italiana SpA  nel 1981.
    Nel corso della sua carriera professionale ricopre numerosi e svariati incarichi tra cui quello di componente del College Des Membres della Société Européenne de Banque S.A. (dal 2003 al 2008), Consigliere di Amministrazione e Membro del Comitato Esecutivo della  Mediofactoring S.p.A. (dal 2003 al 2010), Responsabile del Servizio Large Corporate & Structured Finance della Divisione Corporate di Banca Intesa (2003), Administrateur della Société Européenne de Banque S.A. (2004), Consigliere di Amministrazione e Membro del Comitato Esecutivo della Leasint SpA (dal 2004 al 2010),Responsabile della Direzione Large & Mid Corporate della Divisione Corporate di Banca Intesa (2005), Coordinatore della Direzione Rete Estera della Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo (2008), Consigliere del Consiglio direttivo presso la Società SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (dal 2008), Membro del Consiglio di Amministrazione del Banco di Napoli (2009), Responsabile Corporate Relationship Management della Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo (2009), Consigliere di Amministrazione della Società Exelia s.r.l. Romania (dal 2009 al 2010), Consigliere di Amministrazione della Società IMI Fondi Chiusi SGR S.p.A. (dal 2009), Consigliere di Amministrazione della Società Intesa Sanpaolo Formazione S.c.p.A.  (dal 2009).
    Dal novembre 2009 assume l’incarico di Direttore Generale nonché di Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria, Puglia del Banco di Napoli e fino al 16 giugno 2010 copre la carica anche di Direttore dell’Area Territoriale Napoli e Campania Nord, lasciando l’incarico di Responsabile del Corporate Banking & International Network – settore che sovrintende lo sviluppo e la gestione delle relazioni con la clientela Large e Mid Corporate, italiana ed estera, per un totale di oltre 12 mila controparti domestiche ed internazionali.
     Dal 2010 diviene anche Consigliere di Amministrazione della Società Intesa Sanpaolo Private Banking S.p.A., Presidente della Commissione Regionale ABI Campania, membro del Board of Directors della Bank of Alexandria, Consigliere di Amministrazione della Società Agriventure S.p.A.,  componente del Consiglio della Camera di Commercio di Napoli, Presidente del Comitato Scientifico di Start Cup Campania 2010.
     Ha due figlie di 21 e 17 anni. Tra le sue passioni vi sono i viaggi e il nuoto. Ha praticato nuoto a livello amatoriale e poi agonistico. Ha avuto l’esperienza di nuotatore nell’Arma dei Carabinieri e ha affrontato la traversata Capri Napoli, il Nilo, il Canale di Suez, Rio Paranà in Argentina.


Entrato giovanissimo nel sistema bancario e subito promosso ai massimi livelli come esperto del mondo dell’economia, ha ricoperto le maggiori cariche nei consigli di  amministrazione e nelle direzioni del sistema bancario italiano ed europeo. Con la sua attività ha riportato il Banco di Napoli, offuscato da decenni di anonimato nell’ambito di maggiori gruppi italiani dai quali era stato assorbito, ad una nuova luce restituendogli un’identità e una tradizione che gli spettava di diritto e che tutti attendevano quale istituto bancario tra i più antichi d’Italia. Un uomo di cultura nel mondo dell’economia, un protagonista silenzioso al quale va la riconoscenza della città degli onesti.

Giuseppe Amoroso
GIUSEPPE AMOROSO
Prefetto

Nato a Napoli il 1° luglio 1946, si laurea in giurisprudenza, con lode, presso l’Ateneo di quella città.

Entrato nell’Amministrazione Civile del Ministero dell’Interno – fra i primi del suo concorso – nel novembre del 1973, viene assegnato alla Prefettura di Reggio Emilia, ove ricopre gli incarichi di Vice Capo di Gabinetto e di Segretario particolare del Prefetto. Sono gli anni della crisi energetica e del controllo dei prezzi che vedono, in materia,un ruolo centrale della Prefettura. Dopo la frequenza del primo corso semestrale presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, segue il Prefetto di Reggio Emilia nella sede di Terni, alla quale è assegnato dal luglio del 1976. Anche in quella sede svolge le funzioni di Vice Capo Gabinetto e di Segretario particolare del Prefetto ed è chiamato, fra l’altro, a ricoprire, presso la locale Camera di Commercio, l’incarico di componente della “giuria della congiuntura”, commissione camerale di esperti per l’analisi dell’andamento del quadro economico provinciale. Trasferito nell’ottobre del 1977 alla Prefettura di Bologna, per le esigenze del neo costituito Ufficio di Documentazione Generale, ha, dapprima, la responsabilità dell’Ufficio di Polizia amministrativa – che segue il trasferimento di importanti funzioni in tale materia dallo Stato ai Comuni (D.P.R. n. 616/1977) – poi assume l’incarico di Vice Capo Gabinetto della Prefettura  e del Commissariato del Governo nella  Regione Emilia Romagna.
Nel 1985 consegue la promozione a Vice Prefetto Ispettore. Dal 1986 gli è affidata la responsabilità di Capo Gabinetto della Prefettura di Bologna. Durante il servizio presso quella sede ricopre anche gli incarichi di Direttore dell’Ufficio Regionale di Protezione Civile presso il Commissariato del Governo, di componente del Comitato regionale  di controllo sulle Province, sui Comuni e sulle ASL dell’Emilia Romagna, di  amministratore delegato dell’Azienda idraulica del canale Navile e del Savena Abbandonato e svolge attività di docenza presso la Scuola di Perfezionamento in Scienze Amministrative dell’Università di Bologna. Sono anni in cui Bologna è al centro dell’attenzione del Paese per le stragi che la colpiscono, per il tragico incidente aereo di Casalecchio di Reno, ma anche per le celebrazioni del nono centenario dell’Università – con il conferimento della Laurea “honoris-causa” al Presidente della Repubblica italiana e ad esponenti della politica e della cultura internazionali di grande rilievo. Nel gennaio del 1991 è promosso alla qualifica di Vice Prefetto. Nel giugno del 1993 viene chiamato a svolgere l’incarico di Vicario del Direttore dell’Ufficio per gli Affari Interni della Presidenza della Repubblica, incarico che continua a svolgere anche dopo la nomina a Prefetto nell’ottobre del 1997. Il 15 marzo 1998 è destinato alla provincia di Grosseto, ove, in un periodo di trasformazione della Maremma, svolge, tra l’altro, azione di stimolo per la fondazione dell’Università, per la riapertura dei musei di Grosseto e di Vetulonia, per la nascita del “Distretto rurale della Maremma” – primo in Europa – e per il consolidamento di un clima diffuso di collaborazione istituzionale.
Destinato a reggere la Prefettura di Brindisi dal 1° dicembre 2001, affianca all’attività di coordinamento delle Forze di Polizia nel contrasto alla criminalità organizzata, una capillare azione di promozione della cultura della legalità – svolta in particolare nei confronti dei giovani – e di consolidamento della presenza dello Stato.
Anche nella sede di Brindisi, nell’ambito dell’attività di Coordinamento  interistituzionale, promuove, congiuntamente alle istituzioni del territorio ed al Ministero dell’Istruzione, un convegno di studi (sulla comunicazione istituzionale). Dal giugno 2003 assume l’incarico di Direttore dell’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione  delle Forze di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza (chiamatovi alla vigilia del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea). Presso tale Ufficio  - fra l’altro – cura l’attivazione dello SDI, il nuovo sistema di analisi dei dati sulla criminalità gestiti dal Centro Elaborazione Dati delle Forze di Polizia (che segna il passaggio dal sistema cartaceo a quello informatico) e svolge l’incarico di Vice Presidente della Commissione di Vertice incaricata dal Ministro dell’Interno di predisporre il testo della nuova direttiva sui compiti di specialità delle Forze di Polizia emanata il 2 aprile del 2004.
Quale Direttore dell’Ufficio di Coordinamento  gli è affidata anche la responsabilità di due misure di particolare valore strategico del PON Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno e, successivamente, la responsabilità di Autorità di Gestione del Programma, nella cui veste cura la predisposizione e l’approvazione del nuovo programma per il 2007 – 2013. Continua a svolgere attività di docenza presso università e presso le istituzioni formative dell’Amministrazione dell’interno.
Il 6 agosto 2007 ha assunto la responsabilità di Vice Capo Dipartimento per l’espletamento delle Funzioni Vicarie presso il Dipartimento  per le Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile e per  le Risorse Strumentali  e Finanziarie. Dal 28 luglio 2008 ha assunto l’incarico di Capo del medesimo Dipartimento.

Per aver contribuito, ricoprendo importanti e delicati incarichi all’interno della Pubblica amministrazione, a promuovere la cultura della legalità, e ad assicurare al tempo stesso energie e risorse per il buon funzionamento delle forze dell’ordine. Ha realizzato, come responsabile dell’autorità di gestione, il Programma operativo nazionale sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, una importante occasione di crescita e di sensibilizzazione sui temi fondamentali della legalità. Ha portato la sua esperienza lavorativa nell’ambito della formazione, come docente di Scienze amministrative nelle scuole superiori dell’Amministrazione e nell’ Università. Impegni gravosi e di altissima responsabilità che, va sottolineato, non gli hanno impedito di continuare a coltivare la sua passione per la pittura e l’architettura applicandosi in numerosi e brillanti studi.

ennio ferrara
ENNIO FERRARA

Preside Liceo "Umberto I"



Nato il 3 settembre 1949, Ennio Ferrara si laurea in lettere all'Università di Napoli con 110/110. Abilitato all'insegnamento di Italiano e Storia nelle Scuole Superiori e in Latino nei Licei, vincitore di concorso in materie letterarie, vincitore di concorso a preside nel 1984-85, ha diretto le scuole medie "Ariosto" di Arzano, "Novaro" e "P.Colletta" di Napoli,gli istituti magistrali  "VIII" e "Villari", il Liceo Classico Genovesi, ora è Dirigente Scolastico del Liceo "Umberto I" di Napoli. Ha svolto compiti di collaboratore esterno, attività didattica (lezione, esercitazione ed esami) presso la Cattedra di Pedagogia dell'Università di Cassino, titolare Prof. Paolo Russo; Docente di materie letterarie dall'anno scolastico 1974/75;
 E' stato Componente del Comitato Tecnico Scientifico Centro Problemi Educazione Provincia C.P.E. dal 1986 al 1989; Presidente di Commissione concorso a cattedra nel 1991 e nel 2000; Direttore dei Corsi di Specializzazione per docenti di alunni portatori di Handicap tra il '93 e il 2002; Relatore di Corsi di formazione per docenti vincitori di concorso e immessi in ruolo, su istanza MIUR - Direzione Generale Scolastica Regionale Campania. Corsista, Relatore, Animatore al Corso aggiornamento per Presidi - Napoli 1986-87-88-89-90-91, al Corso di aggiornamento sulle tossicodipendenze 1984/85; Direttore-relatore Corsi di Formazione per vincitori di concorso AA.SS. 1989/90-91-92-93-95-2000 (Corsi strutturati dal CSA  di Napoli. Commissario della Provincia di Avellino per i Concorsi a Cattedra di Materie Letterarie a.s. 1984-85; Componente Comitato Tecnico Scientifico Centro Problemi Educazione Provincia C.P.E. dell'anno 1986 a tutto 1989; Partecipazione al gruppo misto (Ministero della Pubblica Istruzione e Provveditorato agli Studi di tutte le Regioni - su designazione del Provveditorato agli Studi di Napoli) per l'ipotesi progettuale inerente la riforma dei Corsi di Specializzazione Polivalente - Pontassieve (FI) 1993-94.
Commissario Governativo presso istituti pareggiati e legalmente riconosciuti dell'A.S. 1985-86 all'anno scolastico 1999/2000.
Relatore Corsi di formazione strutturati con l'I.R.R.E. Campania; Direttore dei Corsi I.F.T.S.; Componente gruppo Tecnico Regionale PISA - OCSE dal luglio 2005.

Per il suo pluriennale impegno nel complesso ed articolato mondo della scuola che lo ha visto dedito con spirito di servizio all’istruzione sempre con altissima professionalità.
Per aver brillantemente diretto i maggiori e più prestigiosi licei napoletani, prima il “Genovesi”, oggi l’“Umberto”, riuscendo a stabilire un rapporto sereno e proficuo con alunni, genitori e docenti, mantenendo così sempre alto il nome dell’istituzione a cui gli è stato demandato di presiedere. E perver formato generazioni di napoletani che costituiscono la spina dorsale della città civile e avanzata.

Piero Antonio Toma
PIERO ANTONIO TOMA
giornalista - saggista

Piero Antonio Toma, (Tuglie, Lecce, 20.3.1935).  Giornalista professionista e scrittore. Nel 1962 si laurea all’Università di Napoli in Scienze Politiche con 110/110 : è la prima tesi in Italia sulla Cina comunista.
Attività giornalistica. Ha collaborato a numerosi quotidiani da Il Mattino alla Gazzetta del Mezzogiorno, al  Corriere della Sera  a Il Sole-24 Ore, dove è rimasto per una ventina d’anni. Ha fondato e diretto numerosi periodici, come “La Gazzetta della Campania”, “Napoli Guide”,  la prima testata  di quartiere a Napoli, “Vomero News” e un mensile per la diffusione del libro,”Lèggere Leggèro”. Collabora con la redazione napoletana di Repubblica.
Libri: Ha scritto fra gli altri,   un romanzo storico  e  numerosi saggi, fra i quali: “Renato Caccioppoli. L’Enigma”, Esi, 1992 (nel 2004 in seconda edizione),     “L’avventura nella Stazione di Napoli - Anton Dohrn”, Esi 1996, e  “L’uomo dei numeri – Carlo Ciliberto”, Colonnese 2001.  Fra  gli ultimi due ha pubblicato  un ampio resoconto storico “Giornali e Giornalisti a Napoli 1799-1999”,  Grimaldi 1999.  Ad ottobre 2002 per i tipi di Eurocomp 2ooo ha curato e scritto "Cronache napoletane", un volume collettaneo di storia e di cronaca sugli ultimi trent'anni di Napoli (nel gennaio  2003 il volume è andato in seconda edizione). Nel dicembre 2004 per i tipi di Grimaldi ha firmato “Il silenzio dei giusti. Napoli 1943. Il ritorno degli Ebrei”, un romanzo-verità su una intera comunità della Campania  che salva una sessantina di ebrei dalla deportazione, e che è stato premiato in Israele. Nel 2006 ha pubblicato “Napoli e la Compagnia del Gas. Due secoli insieme” (Compagnia dei Trovatori). Per la stessa casa editrice ha pubblicato “Napoli sotto il cielo” una preziosa e accurata opera di rivisitazione storica sul primo cinema e sul primo fotogiornalismo e sulla  Napoli fra il 1920 e il 1960 con un ampio corredo fotografico tratto dall’Archivio Troncone.  Nel 2007 è uscita la riedizione de “Il tesoro di Pescocostanzo”, un saggio romanzato sulla storia, sui personaggi di un “miracolo” urbanistico, sociale e artistico incastonato fra i monti d’Abruzzo.
In corso di pubblicazione: Nella seconda metà del  2010, al compimento  del mezzo di secolo di professione giornalistica uscirà per i tipi della Compagnia dei Trovatori. Un saggio a quattro mani con Ermanno Corsi dal titolo “Il nostro Novecento . Due giornalisti a confronto”.
Per il 2011 sta curando la prima edizione dell’ “Almanacco napoletano di scrittori e poeti “ con ampie finestre anche sulla saggista filosofica, storica, economica. E con appendici dove verranno raccolte le biblioteche pubbliche e private,  i Premi letterari, l’elenco degli editori e dei librai della Campania.
Premi: Un premio alla carriera di giornalista e di saggista dell'informazione gli è stato conferito il 12 aprile 2003 a Reggio Calabria con il Trofeo Pepè Caminiti.   Nel 2006 per la sua attività culturale nel campo del giornalismo e della saggistica  ha ricevuto il Premio Pompei e il Premio Palazzi.


Una presenza costante nel mondo della cultura e del giornalismo nella nostra città, nelle vesti di scrittore, editore, redattore, direttore.

Un giornalista a tutto tondo impegnato quotidianamente nel dibattito culturale, sia come narratore delle vicende più significative sia come creatore e animatore di salotti culturali e dibattiti di alto profilo. Ma anche per la sua capacità di mantenere sempre uno stile ed un’impostazione di fondo che lo hanno tenuto lontano dal rissoso e superficiale  marasma che spesso, purtroppo, caratterizza i confronti in questa città.
Dunque una personalità di riferimento per tutti quelli  che guardano alla Napoli migliore.



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